Sergio Rossi

"Sei alpini ed un fante nel vortice della seconda Guerra Mondiale"

Chi è Sergio Rossi

Nasce nel 1967 a Castione della Presolana (Bg).Laureatosi in filosofia alla “Statale” di Milano, ha insegnato lettere nella scuola media.  È appassionato di lingue straniere ed ha raccolto in passato testimonianze di storia locale. 

Gruppo Alpini Castione della Presolana

Fondato nel 1968, sotto la spinta del primo Capogruppo Angelo Tomasoni. Da sempre svolge un ruolo attivo a favore della storia e dell’ambiente della Presolana.

Con questa pubblicazione è stato dato un contributo alla conservazione di un frammento importante della memoria collettiva. La collaborazione con il Gruppo Alpini Presolana è risultata opportuna e gradita sia per la loro riconosciuta attenzione alla storia e all’ambiente della gente di montagna, sia perché sei degli intervistati appartenevano al Battaglione Edolo del 5° Reggimento Alpini e in vita sono stati iscritti al Gruppo Presolana.
Quattro di loro raccontano attraverso molti dettagli la dolorosa esperienza della Campagna di Russia alla quale hanno partecipato. Con un linguaggio sobrio, lontano da frasi fatte e retoriche, ma ricco di osservazioni e di ricordi ancora vividi, hanno tratteggiato il grande affresco che è stata la vita militare al fronte sul Don e soprattutto la immane tragedia della ritirata. Incastonati in questo scenario apocalittico si sono mescolati episodi di indicibile sofferenza, di spirito di sopravvivenza, di combattimenti e di sangue, di rapporti spesso conflittuali con i tedeschi, di umanità e aiuto reciproco, di disperazione e di morte, ma anche di aiuto provvidenziale da parte dei civili, che a molti alpini hanno salvato la vita.

Quando questi quattro alpini ritornano in Italia sono in realtà solo alla metà della loro odissea. Dopo l’otto settembre sono internati nei lager nazisti. Qui vanno incontro a vari destini: dalla fabbrica di Braunschweig, alle cave di Lehesten, alla fabbrica BMW di Monaco, alla raffineria di Moosbierbaum. Fame, stenti, bombardamenti sempre più frequenti, annichilimento della personalità diventa la quotidianità per loro che non avevano accettato di diventare collaborazionisti.

Nel libro altri due alpini della classe 1924 raccontano come, appena chiamati alle armi, sono catturati e inviati nel Reich tedesco, impiegati come schiavi nello sforzo bellico dei nazisti. Anche qui bombe, percosse, fame, finte esecuzioni capitali, rischi di ogni genere hanno segnato la loro penosa esistenza

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