Sono dodici le salme recuperate grazie all’intervento di Sergio Boem – Alpino del Gruppo di Padenghe – e soprattutto grazie al diario di suo nonno Ubaldo Ingravalle, ufficiale degli Alpini nel primo conflitto mondiale.
“Stiamo al fronte a combattere l’esercito austro-ungarico; lasciammo lì, di notte, in mezzo ad una bufera di neve, 94 corpi: 82 da una parte e a un centinaio di metri gli altri dodici“, scrisse nel proprio diario l’ufficiale.
Proprio i resti di quei dodici militari dei due eserciti sono quelli recuperati da Boem ed ora tumulati al Sacrario di Rovereto.
Sergio ha però un rammarico: “Purtroppo l’opera, che come alpini crediamo doverosa e degna di nota, non è completa. Infatti a pochi metri di distanza, altre 82 salme attendono di essere finalmente recuperate e poste in un luogo degno e soprattutto protetto dall’opera distruttiva dei “ricercatori di cimeli“.
Per recuperare tutti i resti dei caduti occorre infatti l’intervento della Soprintendenza di Brescia, nel cui territorio ricade la fossa con gli 82 caduti imperiali, fermati a quota 1883 mt “dai nostri nonni”; interpellata, avrebbe manifestato l’intenzione di informarsi ed a seguire la vicenda sono i legali dello stesso Boem.
“Anche per questo – conclude Sergio Boem – stiamo cercando di tenere alta l’attenzione circa questo dovere inevaso, ancor più in un momento così tragico per la nostra storia, attraverso articoli, incontri e serate ovviamente gratuite, nei luoghi e nei tempi preferiti da chi le richiede. Ci mettiamo dunque a disposizione, affinché vogliate considerare questa eventualità e la mia completa disponibilità“.