Benvenuto “Nuto” Revelli

12 luglio 1919 – 5 febbraio 2004

(immagine da https://nutorevelli.org)

5 febbraio 2004 – Muore dopo una lunga malattia Benvenuto “Nuto” Revelli – Ufficiale effettivo degli Alpini, durante la seconda guerra mondiale, partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don. Visse la tragedia della ritirata di Russia a Belgorod, partecipando tra le altre alla battaglia di Nikolaevka. A partire dal settembre 1943 prese parte alla Resistenza italiana, dapprima con una propria formazione, poi entrando nella Banda Italia Libera delle formazioni Giustizia e Libertà del Cuneese. Prima Medaglia di argento al valor militare con la seguente motivazione: «Ufficiale di provato valore, già distintosi in precedenti ardite azioni, dava nuova prova delle sue brillanti doti di ufficiale animatore e trascinatore. Di notte, delineatosi un forte attacco nemico contro posizioni tenute dal suo plotone, usciva arditamente fuori dalla linee con pochi uomini e primo tra tutti, attaccava il nemico a colpi di bombe a mano, Ferito da raffica di arma automatica, dimostrando una forza d’animo eccezionale, non desisteva dalla lotta e infiammando i suoi uomini con l’esempio e con la voce, sgominava il nemico che, ripiegando disordinatamente, abbandonava armi e prigionieri. Prima di rientrare nelle proprie linee indugiava a raccogliere un proprio graduato rimasto gravemente ferito e trovatolo lo trasportava personalmente entro le posizioni. Sopportava con stoica fermezza il dolore della ferita riportata, preoccupandosi solo di dover abbandonare il proprio reparto. Magnifico esempio delle più alte virtù di animo e di cuore.»
Seconda Medaglia di argento al valor militare con la seguente motivazione: «Animato da ardente amore di patria e da fede nella libertà, organizzava formazioni partigiane nel Cuneense e le comandava personalmente in numerose, ardite operazioni di guerra, dando prova di personale valore e di capacità di comando. Particolarmente si distingueva nel corso di una azione di pattuglia, condotta in profondità entro lo schieramento nemico, nel trarre a salvamento un compagno gravemente ferito.»

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